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libro decimoquinto 71

Dalla mia nave, in cui salir tu brami,
Esser non potrà mai ch’io ti respinga.345
Seguimi pur: non mancheranti in nave
Quei, che di darti è in me, doni ospitali.
     Ciò detto, l’asta dalla man gli prese,
E della nave stesela sul palco.
Poscia montovvi, e sedè in poppa, e al fianco350
Seder si feo Teocliméno. Sciolte
Dai compagni le funi, ei lor impose
Di correre agli attrezzi, ed i compagni
Ratti ubbidiro: il grosso abete in alto
Drizzaro, e l’impiantaro entro la cava355
Base, di corda l’annodaro al piede,
E le candide vele in su tiraro
Con bene attorti cuoi. La Dea, che in giro
Pupille tinte d’azzurrino muove,
Precipite mandò dal cielo un vento360
Destro, gagliardo, perchè in brevi istanti
Misurasse del mar l’onde il naviglio.
Crune passò il buon legno, e la di belle
Acque irrigata Calcide, che il Sole
Già tramontava, ed imbrunian le strade;365
E, spinto sempre da quel vento amico,
Cui governava un Dio, sopra Fea sorse,
E di là costeggiò l’Elide, dove