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libro quinto 107

E tra profondi gemiti portollo
Sino al confin della campagna, dove645
Tieste un giorno, e allora Egisto, il figlio
Di Tieste, abitava. E quinci ancora
Parea sicuro il ritornar: chè i Numi
Voltâr subito il vento, e in porto entraro
Gli stanchi legni. Agamennón di gioja650
Colmo gittossi nella patria terra,
E toccò appena la sua dolce terra,
Che a baciarla chinossi, e per la guancia
Molte gli discorrean lagrime calde,
Perchè la terra sua con gioja vide.655
Ma il discoprì da una scoscesa cima
L’esplorator, che il fraudolento Egisto
Con promessa di due talenti d’oro
Piantato aveavi. Ei, che spiando stava
Dall’eccelsa veletta un anno intero,660
Non trapassasse ignoto, e forse a guerra
Intalentato il tuo fratello, corse
Con l’annunzio al Signor, che un’empia frode
Repente ordì. Venti, e i più forti, elesse,
E in agguato li mise, e imbandir feo665
Mensa festiva: indi a invitar con pompa
Di cavalli e di cocchi andò l’Atride,
Cose orrende pensando, e il ricondusse;