Pagina:Odi e inni.djvu/181


L’ANTICA MADRE


Inno degli studenti calabro-siculi di Messina.



i


Roma, o fratelli, non era.
Era un’ondosa vallea.
3Solo una lupa errabonda
     latrava dall’arce Tarpea:
l’ombra vagava su l’onda,
     6d’un’aquila nera.

Nelle future tre Rome
rauco tuffavasi il laro.
9Qui su l’ondivaga prora,
     tra il murmure cupo del Faro,
volto il pilota all’aurora,
     12diceva il tuo nome...

Italia, il tuo nome, ch’è grido
di nembo che scuote le cime!
     15che vola e s’immilla!
Italia, tu eri in quel lido,
guardata, com’atrio sublime,
     18dai cani di Scilla.