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222 LE ODI DI PINDARO

coi figli di Pàsife.
Ei disse, narrando un prodigio:
«Io temo la guerra di Giove,
e il Nume che tuona profondo,
che scuote la terra.

Antistrofe II

Entrambi la terra mia patria, ed il folto
suo popolo, un giorno
scagliâr col tridente e la folgore
nel Tartaro fondo, lasciando mia madre
intatta, e la salda sua casa.
Ora io, per amor di ricchezza,
la legge che i Numi segnarono
a me nel mio suolo, respinger dovrei,
e, lungi di qui,
tra grandi ricchezze,
trascorrer la vita? — No, troppo
timor graverebbe su l’anima!
Distògliti, o cuor, dai cipressi,
dai pascoli d’Ida.

Epodo II

Retaggio ben piccolo è il mio:
roveri e macchie. Ma crucci
ignoro e sommosse.....



V

Non si vede bene se questo peana sia stato scritto per gli Ateniesi o per gli Eubòici. Non era composto di sistemi, bensí di otto semplici strofe. Nelle prime parole si parla degli Ionii