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ODE OLIMPIA XIII 255




Antistrofe

gli avea dato quell’aureo morso.
Gl’impose che súbito al sogno ubbidisse;
e quando al possente Signore
avesse immolata la fiera
pie’ saldo, un altare fondasse per Pàllade equestre.
La possa dei Superi compie gli eventi oltre il giuro e la speme.
E Bellerofonte gagliardo, lanciatosi, cinse all’alato
corsier le mascelle col magico freno,


Epodo

domato lo tenne, gli ascese
in groppa, e, coperto di bronzo,
a danza guerresca lo spinse. Con quello, dai gorghi
deserti dell’aere di gelo,
colpí delle Amàzzoni le arciere falangi,
e spense Chimera che fuoco spirava, ed i Sòlimi.
La fine sua taccio. In Olimpo
accolgon la fiera gli aviti presepî di Giove.


V


Strofe

Or, s’io scaglio la furia veloce
dei dardi, non giusto mi sembra che troppi
di là dalla mèta ne avventi:
ch’io venni a servire le Muse
e i figli d’Olígete all’Istmo e a Nemea. Molte cose