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— Ma perchè, Norina, non mi dicesti mai una parola?... una sola parola per togliermi dal mio inganno? per farmi vedere il mio errore? la irragionevolezza de’ miei sospetti?

— Io? piuttosto la morte, che scendere all’umiliazione di giustificare la mia condotta dinanzi a un uomo! Oh! Valerio! i vostri dubbj, i vostri ingiusti sospetti mi hanno fatto un gran male!... e forse ne porterò il segno per tutta la vita. Ma voi non sentirete mai dalla mia bocca nè un rimprovero nè una parola di lamento. Oggi fra noi due è tutto finito. Tutto! —

Mentre Norina diceva così, credeva di piangere per celia, e invece piangeva davvero. È un fenomeno che molte volte accade anche sul teatro.

— E perchè, Norina, hai detto che fra noi due è tutto finito?

— Curiosa domanda!

— E non potrei ridomandare il tuo amore?...

— Valerio, non vi consiglierei. Certi ritornelli, in amore, sono appena scusabili nei ragazzi di dodici anni. E voi siete un uomo serio.

— Dunque gli uomini serj non saranno padroni di riconoscere il proprio torto?

— Padronissimi: ma il mondo che dirà?

— Per chetare il mondo non c’è che un solo rimedio: quello di lasciarlo dire.

— E se vi paragoneranno al Don Fulgenzio di Goldoni?

— Rideremo insieme. —