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dirò che, anche da ragazzo, sono stato sempre debole di ginocchi. L’è una malattia di famiglia: anche il cavallo di mio padre, che faceva il fiaccherajo, avea questo mancamento... —

In questo mentre Pistagna, sentendo il rumore di un legno di vettura, che viene verso di loro, grida all’amico sempre disteso nella strada:

— Frusone, tira indietro le gambe, se ti preme il tacco delle scarpe.

— Ohe! — gridò Frusone al fiaccherajo — chi sei? Guarda guarda chi gli è! gli è l’amico Bobi! —

Il fiaccherajo, riconosciuta la voce de’ suoi amici, grida ridendo dall’alto della cassetta:

— O ragazzi! icchè vo’ fate costì per terra?

— Gua’; e’ si fa i briachi. —

Bobi carica i due amici nella vettura, e accorgendosi che sono cotti tutti e due come tegoli, pensa bene di portarli a bere da un altro vinajo.


I fiorentini al teatro.


Firenze, allora come oggi, contava molti teatri: fra i principali, la Pergola per la musica, il Cocomero (oggi Niccolini) per la prosa, e la Piazza Vecchia per lo Stenterello Amato Ricci, primo e ultimo dei veri Stenterelli.

I fiorentini che frequentavano il teatro del Cocomero, erano avvezzi da secoli e secoli a Cavarsi il gusto di sentite le migliori compagnie