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quegli spauracchi; ragazze che non poteano salvarsi dai colui bracconi se non tenendosi rimpiattale, giovinotti bizzarri, che non sapendo chinarsi e mandar giù, erano dovuti rifuggirsi ne’ paesi vicini: corsero quelli che ieri aveano mostrato coraggio: quei che s’erano schivati del pericolo corsero del pari ed anche meglio al trionfo. Non occorre dirvi che il sindaco, tutto raffusolato, si trovò, là per conservare il buon ordine.

Come la comitiva passò dalla bettola, Cipriano, la Brigita, padre e madre furono incontro ai signori con un mondo d’inchini e un tripudio di ringraziamenti. — Buon dì, signorie! (esclamava Cipriano) entrino e s’accomodino. Non gli aspettavo che loro. La merenda che jeri aveva ordinata quell’altro è bell’e pronta, ed io la servirò oggi di miglior cuore a loro, e insieme un balsamo d’un vinettino che salta agli occhi, e che il simile non lo bevono nemmeno a casa loro... Cioè... volevo dire...

— Capisco, capisco», l’interruppe sorridendo don Alessandro.» Ma la merenda e quanto può somministrarci la tua dispensa portalo colà davanti alla cappelletta d’Imbevera, e dopo che avremo ringraziato la Madonna, la distribuirai a questa buona gente».

Alla Madonna di fatto si condussero: il signor curato ribenedisse il terreno, disacrato dal sangue e tutto il popolo vi si prostrò, rispondendo alle preghiere che con edificante pietà recitava donn’Emilia al cui fianco stavano inginnocchiate la Brigita e la madre rediviva. Sorti poi, si sparsero a gruppi pel pianerotto e nel bosco, a contare, a domandare a designare i luoghi. Di Cipriano non vi dico altro.