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la bottega con tanta capacità ed amore, che suo padre non sapeva finire di dirne, e le ripeteva: — Tu sarai la mia consolazione». Udirete che pezzo di consolazione.

In que’ tempi la devozione era molta più d’adesso: e la sera del giovedì santo si costumava una bella processione, dove i garzoni e le giovinette rappresentavano il mistero della Passione, coi Giudei, con Pilato, e il Cireneo che ajutava nostro Signore, e le Marie che lo piangevano, e tutto. L’Agnese si vestiva da Maddelena, perchè l’aveva la più ricca treccia di capelli, che lasciava cascare sulle spalle; e quanti la vedevano esclamavano: — Oh la bella Maddalena!

Viveva allora nello stesso villaggio un tal Sandro, un garzonotto così d’un vent’anni, non somigliante a questi tisicuzzi d’oggi, fatti di calza disfatta; ma un pezzo d’uomo, ben formato e ben fondato, con due bracciotti da vangar una vigna da sè a sè. In quella processione egli figurava da Giudeo, e toccandogli di stare a fianco della Maddalena per tenere dietro colla lancia la folla, cominciò in quell’occasione adocchiare l’Agnese, ed essa lui. Poi, quando in appresso si scontravano per via, essa diventava rossa come una ciliegia, ed egli, passandole a lato, la pigiava un pocolino col gomito: pigiarla; che male c’era? Cominciarono poi a farsi motto; esso le presentò qualche volta un garofano, e lei lo accettò: — Che male fo io?» diceva tra sè.

Venuta poi la state, qualche sera egli pigliava la sua brava zampogna, e su e giù sonandola girellone per la via dove l’Agnese stava di casa. Faceva caldo, ed essa, tanto per godere una boccata d’aria, si