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L’arma dei Bissàri primeggia infatti sugli ornamenti della Ruota, e Viva casa Bissàro è il grido che le si fa intorno; e poichè spesso in Italia si chiama amore l’odio, amor di patria parve il persuadersi che questa festa ricordasse la vittoria sopra Padova, quando i fratelli ebbero ucciso i fratelli. Io però, uom di pace, ho delle objezioni contro le origini della Rua; e tengo piuttosto venga da quelle pompe in cui, sui finire del medioevo, piacevansi tanto le corporazioni d’arti e mestieri; e questa solennità fosse non di guerrieri, ma del preciso opposto; della razza più placida e men battagliera; insomma de’ notaj.

Impazzirebbe chi dovesse rispondere ad uno di quegli eruditi dagli occhiali, che da per tutto vi domandano le prove, che pretendono nella storia la certezza della matematica. E attesochè il nostro secolo del progresso ha inventato l’eclettismo e il juste milieu, si potrebbero conciliar le due opinioni col dire che la festa a principio era patriotica e guerresca; dappoi fu convertita in compagnevole e notarile; un giorno forse diventerà sociale e umanitaria, e simbolo del tempo e dell’idea.

Uno che a me vuol bene ha avuto la pazienza che spesso fo subire a’ miei amici, di cercar per me l’archivio di Vicenza, e m’ha messo in grado di produrre qui le notizie che risguardano la Rua. Pertanto ne’ Libri-Registri delle sedute, atti e deliberazioni del collegio notarile di Vicenza trovasi:

1441, 15 marzo. Si propone di eleggere quattro notari, i quali debbano immaginare qualche cosa bella e venerabile per celebrare la festa del Corpus Domini. — 16 settembre. Vengono nominati all’og-