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Povera Menica! e quando, impedito d’ogni azione, io non viveva che di meste memorie e di languide speranze, mi tornava a mente quel non so che di solenne, ravvisato allora nel tuo dolore. Ma lassù ne’ monti ove tu stai (è disgrazia o ventura?) non arrivano libri, nè ti sarà noto che quell’avveniticcio, che togliesti una notte a sì cortese albergo, serbò memoria di te, del tuo fedele; e che più di una cittadina, udendo per bocca di lui l’ingenuo e appassionato tuo racconto, esclamerà, — Povera Menica!»

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