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fu costretto a confessare le male arti che adoperava per traviare gli uomini; e da ultimo confessò pure che la figliuola del ministro l’aveva nascosta in una caverna, scavata in un precipizio, sui fianchi del monte che domina il lago e la terra di Pei-yen. Pao-kung udito il racconto che aveva fatto il pesce, voleva che si prendesse quell’animale e lo si arrostisse sul fuoco; ma la donna gli disse: «Questo pesce è stato formato per soprannaturale virtù a vivere mille anni, e non potrebbe esser tolto di vita nè pel fuoco, nè per altra forza umana. Io lo porterò meco, e lo terrò sempre presso di me.» — Allora Pao-kung ordinò al tesoriere di pagare alla donna i cinquanta mucchi di monete d’argento, promesse in ricompensa nel pubblico bando, e la mandò con Dio.

La donna uscita dal limitare della porta del tribunale, diede al vecchio il denaro, dicendogli. «Prendi questo denaro in ricompensa dello zelo e dell’assiduità, colla quale mi hai adorata, per lo spazio di tanti anni. Questo fatto sarà reso palese nel mondo intiero.» — Finite queste parole sparì. Il vecchio allora si ricordò della immagine di Kuang-yin, che teneva in tanta venerazione nella propria casa; e pensando che la dea stessa fosse quella che gli era apparsa sotto la figura della donna, arrivato a casa fece fare subito ad un pittore, con inchiostro nero, un’immagine di Kuang-yin, avente in mano una cestella da pesce. Tutti gli abitanti della città imitarono il suo esempio, e fecero fare di simili immagini, che furono sparse rapidamente per ogni luogo. Questa fu l’origine della Dea Kuang-yin dalla cesta del pesce, come oggi si chiama, e come oggi si venera.

Tornando ora al giudice Pao-kung, saputo egli ove era stata nascosta dalla fata la figliuola del ministro, subitamente mandò alcuni uomini a farne ricerca nella caverna della montagna. Là fu trovata come morta, e fu condotta alla residenza del giudice: non dava più segni di vita, ma dalla parte del cuore si sentiva un leggero tepore, che faceva nascere qualche speranza di salute. Molti medici furono per guarirla e per camparla; e tutti dissero d’accordo che solamente l’alito di