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CAPITOLO VI.


Del sacco di Prato del 1512


A rammentare un saccheggio, e brutale qual fu quello di Prato, parrebbe che la mente dovesse portarsi a quei secoli detti barbari, a quel medio evo, che è stato giudicato il ricettacolo di ogni atrocità non meno che della più grossa ignoranza. Ma la data del 1512 fa accorti che tal enormità fu consumata in quel sì celebrato secolo decimosesto in cui l’Italia si abbellì di una cultura la più splendida che si vedesse dai giorni di Pericle ai nostri. È pur troppo vero che in faccia a tanto lume di scienze, lettere e arti, le storie di quel tempo ci narrano una serie intricata di tradimenti, di scelleratezze, d’infamie, di atrocità. Delle guerre di sterminio, basti rammentare la battaglia detta de’ Giganti