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si slancia fuor dalla mischia e de’ cadaveri a recar solo una trista novella. Il vincitore, ritto sull’infocato corridore, è tratto oltre impetuoso; ma indietro volgesi intanto, e leggermente incurvandosi, è per finir della sua asta micidiale l’avversario abbattuto. Cavalli e cavalieri in varie attitudini e in iscorcio o di prospetto sono egregiamente disegnati ed aggruppati con arte squisita»1. Due cacce maestrevolmente dipinte osservansi in due grandi piatti del Museo Bonghi; in uno è figurata la caccia dell’orso colla lancia, e in un altro la caccia col falcone e coi segugi.

Costumi e scene familiari. Si piacquero i nostri artisti di colorare diverse costumanze contemporanee e patri scene: con le quali ci lasciarono la memoria delle varie fogge di vestire usate a quei tempi. È notabile nel Museo Bonghi un piatto, nel quale è rappresentata la mensa di Enrico IV, di cui l’artista ci ha dato un vivissimo ritratto.

Paesaggi e scene campestri. Le dilettosissime scene, che lo spiritoso disegnatore trova ne’ nostri Apruzzi, presentano immagini sì varie e vive, e tanto acconce a comporre paesaggi, che non fa mestieri giuocar di fantasia, e dilungarsi molto dal vero. Da questo avvenne che quasi tutti i nostri pittori posero mano a dipingere paesi e scene pastorali; e divennero in questo genere di dipintura assai celebre. Piacemi al

  1. V. l’articolo del sig. Racioppi intitolato Fogli staccati di un album in maiolica, inserito nel Pol. Pitt. an. XV. pag. 30.