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fessori di arti: e forse anche per la stima in che era tenuto, meritò il soprannome di figulo; come appare dalla seguente iscrizione scolpita in pietra nella detta sua casa:

haec est domus oratii figuli 1569.

L’anzidetto pittore, mentre si mostra alquanto accurato nel disegno, è poi negligente assai nel colorire e nell’ombrare: in che sta veramente tutto il difficile di questo genere di dipintura.

Quantunque i nostri artisti vedessero i loro dipinti lontani da quel grido, in che erano venuti quelle delle altre officine; pure continuarono con zelo a professare quest’arte; anzi si diedero ad essa con grande studio ed amore allorchè, verso la fine del cinquecento la videro volta in basso nella vicina Romagna. Nè intermisero mai l’esercizio di essa, come si vede chiaro dagli anni segnati in molte maioliche dipinte: onde disse bene il dottor Frati, che mentre l’arte di dipingere in maiolica «inviliva e si perdeva nel nord d’Italia, si perpetuava nel regno di Napoli a Castelli, per opera specialmente della famiglia de’ Grue, che in una ad altri artefici vi lavorarono opere pregiate nei secoli XVII e XVIII.»1. Fra le maioliche da me possedute ve ne ha una di figura circolare dipinta nel 1588, nella quale è effigiata la Vergine che sulle ginocchia sostiene il Divino Figliuolo in attitudine di dormire: ed un’al-

  1. Frati — Descrizione del Museo Pasolini in Faenza. pag. 9.