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moltissimi Cardinali, e tra Arcivescovi e Vescovi più di duemila e dugento. In modo che il Cardinal Montalto, poi Sisto V lo chiamò Seminario de’Vescovi. E nel suo tempo ve n’erano ventotto viventi.

Il Clero poi, nè più modesto, nè più composto, nè più esemplare, nè più dotto stimo che veder si possa. Arrivano i sacerdoti secolari napolitani al numero di settecento. Ed i chierici al numero di quattrocento. I preti poi forestieri arrivano quasi al numero di tremila.

Or quì è di bisogno dare un saggio del divoto affetto de’ nostri Napolitani verso la nostra vera ed incontrastabile Religione.

Vi sono in Napoli nella nostra città e borghi trecento e quattro Chiese tutte da potersi vedere per belle e per divote; e fra queste vi sono quindici formatissimi Conventi di Domenicani. De’ Francescani, inclusi i Riformati, Cappuccini, e Minori Conventuali, diciassette. D’Agostiniani, inclusi gli Scalzi, otto. De’ Carmelitani, inclusi gli Scalzi, nove. De’ Certosini, Camaldolesi, ed altri Benedettini, nove. De’ Canonici Regolari del Salvatore, o Lateranensi, quattro. De’ Minimi di S. Francesco di Paola, quattro. Dei Servi della Madonna, tre. D’ Eremitani di S. Geronimo, uno. De’ Basiliani, uno. De’ Buoni Fratelli, uno. De’ Frati Spagnuoli, cinque. De’ Gesuiti una Casa professa e cinque Collegi. De’ Padri Teatini sei Case. De’ Chierici Regolari Minori, tre. De’ Barnabiti, due. De’ Minimi degli Infermi, tre. De’ Padri dell’Oratorio, uno. De’ Pii Operarii, tre. Delle Scuole Pie, due. De’ Padri Lucchesi, due. De’ Monasteri claustrali di donne, sotto diverse Regole, trentatre. Dei Conservatorii di donne, inclusi i Tempii ed i Collegii, trentatre. Vi sono sei famosi Ospedali per gl’infermi, e due per i Pellegrini. Vi sono quattro Seminarii per gli orfanelli, ed uno per i poveri vecchi; come di tutti si darà notizia nella giornata che faremo. Ora la maggior parte di queste Chiese, Luoghi Pii, Monasterii e Conventi