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Stefano Secondo furono discacciati nell’anno 745; e così

    gnare o ad ammaestrarsi nelle scuole lombarde, recaronci lo studio e l’amore del dritto giustinianeo; ma la nativa giurisprudenza non si discosto dalle altre dette leggi, ch’eran le sole generalmente applicate nel foro. Sotto gli Angioini le romane fecero progressi grandi, e furono esposte ed allegate, non più per cavarne spiegazioni ed esempi alle barbare, sì veramente per l’autorità presa ne’ tribunali, e spesso per combatterne le longobardiche, ed eziandio le sveve come ingiusti ordinamenti di ghibellini. Eppure là più parte de’ nostri si travagliò intorno alle altre leggi, e molto ancora sulle ecclesiastiche e municipali. Fino a que’ giorni s’eran fatte semplici chiose e glosse, come nell’alta Italia, e allora si scrissero ben ordinati e dotti comenti non affatto ignudi di storica erudizione, e mirabili per acume e dritto giudizio, e per diligenza e sterminata fatica. Non è a dire che nel regno de’ Durazzeschi la giurisprudenza fu in grande scadimento; ma, ricomposte le cose pubbliche alla venuta di Alfonso, rilevossi anche lo studio del drillo, indi ne acquistò tanto splendore e dignità, che bene si fe’ aperto ciò che ne’ seguenti secoli dovea essere. Veramente gli studi filologici, per la via tutta pratica che teneva la giurisprudenza, non fecero quell’effetto che potevano; tuttavolta non picciol frutto ne derivò, e le leggi romane, aiutate a prevaler sulle altre, mortalmente percossero e cacciaron dal foro le longobardiche. Numerosi e dottissimi furono i giureconsulti, e moltissimi gli scritti loro per ogni parte della ragion civile e della canonica; ma sopra tutti fu grande e rinomato Matteo degli Afflitti, massime per un suo comento alle leggi feudali, che poi diedegli vanto del più gran feudista del quattrocento.
       Negli studi sacri e ne’ teologici i Napolitani fecero a un dipresso quello che fu fatto per tutto ponente. Peculiari e generali comenti alle sacre carte, sermoni, opere morali ed ascetiche, trattati teologici, prima secondo il metodo degli antichi padri, poi scolasticamente seguitando il Maestro delle sentenze, e infine, quando alla forma, le dottrine arabo-aristoteliche. Solo negli studi teologici fu questo di proprio, che, oltre alla scuola occidentale, la qual finalmente soverchiò per tutto, era una scuola orientale o greca nelle estreme province verso il mare Ionio per que’ tanti mo-