Pagina:Non più illusioni (Carpi).djvu/7


7

confederati valgano a lottare felicemente e per lunga pezza in parità di forze, contro nazioni nelle quali la potenza governativa sia centralizzata. —

Nella Toscana vi fu bensì qualche isolato disparere ma fu un fuoco fatuo che presto si spense nel mare magnum dell’opinione pubblica, ivi pure avversa ai separatisti d’ogni specie; e Montanelli ed Alberi sono uomini troppo onesti ed avveduti per non accorgersi, che colle diverse loro idee di separatismo si facevano inconsci strumenti dei retrivi, i quali già accennavano di por esca al fuoco, in agguato come essi sono per cogliere ogni germe di dissidio suscettibile di essere fecondato alla rovina d’Italia.

Affinchè gl’Italiani non si facciano illusioni di nessun genere sull’arduo problema delle federazioni che sotto forme ingannevoli e seducenti di tratto in tratto viene lanciato sull’arena del giornalismo europeo al nostro indirizzo, talvolta con puerile ingenuità, e tal altra come dissi per opera di nemici invidi o di amici gelosi, non posso astenermi dal trascrivere il severo giudizio che ne fece il nostro insigne e poco studiato Romagnosi: «Forse taluno si avviserà di progettare federazioni nazionali contro le aggressioni degli esteri potentati e lasciare così che tutti comandino sulla loro parte di territorio. Ma questo divisamento quanto è volgare altrettanto è illusorio per la comune difesa. È una vera puerilità il contrapporre i fragili vincoli del federalismo ad un potentato che ti assale con forze unite ed improvvise. È una vera dabbenaggine che fa ridere i forti il ripromettersi con unanime buona fede, zelo e cooperazione da molti principi, ad un solo dei quali, se il nemico pro-