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di sé 'gli era tanto forte, che quasimente nun ci vedeva. Lui camminava distratto alla sbadata insenza sapere via via in che logo si trovava, quando a un tratto una voce lo riscosse, e alzati gli occhi si vedde davanti un bel giovanotto vestito da gran signore che gli disse: - Bon giorno, Sire! Che forse nun sta bene? Arrisponde l'Imperatore: - Nun ho male, e nun posso tavìa dire che sto bene. - Eh! - dice il giovanotto: - La cognosco a perfezione la su' malattia. Lei è afflitto, perché nun ha figlioli. Scrama l'Imperatore: - Chi siete voi, che siete capace di sapere per insino i segreti mia? Che volete in queste parti? - Sire! - arrispose il giovanotto: - I' son uno che pole insegnargli 'l modo d'avere un figliolo mastio, che faccia la su' contentezza. - Come, come? - addimandò tutto premurioso Adelasio: - Parlate pure alla libbera. Dice il giovanotto e in quel mentre si frucava per le tasche: - Decco qui, i' gli do queste tre mela. Lei vadia 'n cambera e dua le porga a mangiare all'Imperatrice; quell'altra la mangi lei, e vederà che tra nove mesi gli nasce un bel bambino. L'Imperatore prendette le tre mela con un po' di sospetto e le guardò, ma quando volse dell'altre spiegazioni, fu tutto inutile, perché il giovanotto 'gli era disparso diviato, e non gli rinuscì a Adelasio scoprire per indove fuss'ito; sicché soprappensieri riviense 'n casa e se n'andiede dalla moglie a raccontargli quel che gli era successo. Dice l'Imperatrice: - Sarà 'n fondo mal di poco, se mangiate le mela, poi nun è vero nulla la 'mprumessa del giovanotto. 'Gnamo, date qua, che senta come son bone. E pigliate le du' mela le mangiò con gran gusto, e il simile fece l'Imperatore per quella a lui destinata. Doppo passato diverso tempo l'Imperatrice una mattina nel levarsi s'accorgette d'essere 'ngrossata. Scrama: - Eppure i' son gravida! A male brighe che fu cognosciuta la verità della gravidanza per tutta Roma si feciano di grandi feste e ognuno steva in sull'attenzione del parto, e finalmente a' nove mesi l'Imperatrice partorì un mastio, che nun si pole nemmanco raccontare che baldorie e allegrezze successano nell'Imperio quando se n'ebbe la nova: l'Imperatore poi era divento mezzo matto, e diede ordine che fussano libberati i carcerat