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nto [465] 'gnudato salì d'un salto a letto; ma a male brighe che lui l'ebbe tocco, giù di tonfo casca per la buca e si sprofonda in una cantina. Non rimané morto per miracolo, bensì pieno d'ammacchi e di sgraffiature, e con dolore s'arrizzò scramando: - Birbona! Me l'ha fatta 'n sull'auzzatura. Nun me lo sare' ma' aspettato un simile tradimento. Ma s'i' nun fo la mi' vendetta, mi contento di perdere tutto 'l mi' regno. Doppo, carpon carponi potiede per un finestrino sortire di là dientro il figliolo del Re e arritornarsene al palazzo per farsi medicare, e la Caterina dal su' lato riturò il solaio della cambera e si buttò a dormire tutt'allegra per la su' bella 'ntrapresa contro quell'ingannatore delle donne. Delle du' ragazze sbreccate a quel mo' dal figliolo del Re la mezzana 'gli era rimasa gravida e però, come succede 'n simili casi, lei aveva tutte le voglie del mondo. Un giorno la sentiede un grand'odore di stracotto che vieniva dalla cucina reale e cominciò a dire alla Caterina: - S'i' lo potessi mangiare un po' di quello stracotto! I' me ne struggo, Caterina. Vammelo a pigliare; ma di quello, veh! Un altro nun mi garberebbe. La Caterina dapprima disse di no, ma poi, per la paura che la su' sorella partorissi una creatura con qualche brutta voglia addosso, scende nell'orto, acciancò la siepe e a traverso 'l giardino viense a una delle finestre della cucina reale, e quando 'l coco si dilontanò dal focolare, lei lesta, saltata dientro la cucina, prendette la marmitta dello stracotto e lo portò diviato alla su' sorella. Di lì a un po' rideccoti 'l coco e s'accorge del rubbamento; sicché corre dal figliolo del Re per sapere se lui gli aveva fatta quella burla. - Ma ti pare! - dice il giovanotto: - s'i' nun mi son mosso di qui. Sarà stato 'l gatto, un cane. - Che! - fa 'l coco. - E' nun manca lo stracotto soltanto, ma la marmitta e tutto. Scrama 'l Principe: - Bada, e ci scommetto! 'Gli è stata quella malestrosa della Caterina. Mettici la tagliola al focolare, e se lei ci torna, accosì ci resta chiappata, e allora me la paga. Passorno diverse settimane e in nella cantina del Palazzo reale mutavano 'l vino sicché 'l frazio si spandeva fora e la mezzana nun steva più alle mosse dalla gran bramosia di beverne qualche bicchiere. Subbito cerca la sorella Caterina e lì a pregarla che andessi a [466] pigliarne