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Solo lì 'n mezzo al bosco Fiorindo pensava da che parte potessi andare e principiò a fare i passi a caso, e cammina cammina, gli eran vicine le ventiquattro, e di già la stracchezza e la fame gli davano alle gambe; finalmente arrivò a un cancello d'un giardino, che dientro c'era un giardinieri a innaffiare le piante e i fiori, e il giardinieri in nel voltar gli occhi vedde quel ragazzo fermo e con la cera patita. Disse: - Chi siei? Che vo' tu? Arrisponde Fiorindo: - I' sono un poero ragazzo insenza mamma e insenza babbo, e sono stracco morto dal girare e i' ho fame. Che mi piglieressi costì in nel giardino a aitarvi? I' mi contento del mangiare. Al giardinieri gli era garbato dimolto il giovanotto soltanto a vederlo, sicché gli arrispose: - Vieni pure, qui da mangiare nun ce ne manca. Figurati! Il giardino 'gli è del Re di Spagna e i' sono al su' servizio. Accosì Fiorindo nentrò per garzone dal giardinieri del Re. In quel mentre dunque che Fiorindo abitava con quel giardinieri, il Re spesso 'gli andeva a spasseggiare per il giardino, e nell'imbattersi con Fiorindo si vedeva bene che il giovanotto gli garbava. Guà! e' s'addanno le persone che sempre garbano e incontrano! E po' qui 'gli era un destino. Sicché un giorno disse il Re a Fiorindo: - I' ti voglio con meco per camberieri. A Fiorindo nun gli parse vero, fu presto d'accordo e l'alloggiorno dientro proprio al Palazzo reale, vestiva Sua Maestà e steva ugni sempre al su' lato. Ma ora bisogna sapere, che, siccome i' ho già detto, questo Re de' figlioli masti nun n'aveva, bensì una figliola di tredici anni e che si chiamava Chiara Stella; una bellezza da nun si credere, manierata, gentilina, con una faccia di sole, sempre piena d'allegria. Vo' capite quel che 'gli accadette; i giovani 'gli è troppo facile che s'innamorino al solo vedersi, massime poi se s'intendono tra di loro. Fiorindo preparava tutte le mattine un mazzettino con un po' di geranio, un po' di dittamo, delle rose, delle viole ammammole, e che so io, e quando Chiara Stella sortiva per il giardino in compagnia della camberiera, lui glielo deva; discorsi infra di loro nun ne feciano, ma con gli occhi parlavan più meglio che con la bocca; insomma, finirno col volersi un ben dell'anima, e lutti se n'erano accorti all'infora del Re. Già, i babbi e i mariti campati sempre in sul fidati, [