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NOVELLA XXXI


Pipetta bugiardo (Raccontata dalla Luisa vedova Ginanni)


Ci fu, ma gli è del tempo, un soldato che arritornava dalla guerra, poero poero, che nun aveva per le tasche che tre soldi. Tutto l'avanzo della su' paga gli eran questi tre soldi. Figuratevi che allegria per un giovanotto! E lui per istrada badava a fare i conti: - Un soldo di salame, un soldo di vino, un soldo di pane; accosì potrò arrivare a casa mia insenza cascar giù morto dalla fame. A un punto della strada questo soldato, che aveva nome Pipetta, riscontra un vecchino: - Giovanotto, fatemi la carità per amor di Dio, e n'averete rimerito. Dice Pipetta: - Che volete voi che vi dia, s'i' son più poero di voi? Dice il vecchino: - Ma guardate per le tasche, i' mi contento anco di poco. Vo' siete giovane e i' ho degli anni 'n sulle stiene; nun posso più lavorare. Arrisponde Pipetta: - Sentite, i' nun ho che tre soldi; questa 'gli è la mi' sola ricchezza. Ve ne darò uno; vi basta? Scrama il vecchino: - Altro se mi basta! Addio e grazie. Pipetta seguitò a camminare e 'ntanto rifaceva i conti di prima: - Con il soldo che ho dato via i' n'ho un di meno per la spesa; dunque, un soldo di vino, un soldo di pane e il salame i' lo compererò un'altra volta. In quel mentre gli capita dinanzi un altro vacchino: - Un po' di carità nun me la negate, giovanotto, e vi dirò un pater ave per i vostri morti. Dice Pipetta: - I' avevo tre soldi soli al mi' comando, e uno l'ho dato laggiù a un pitocco come voi; dunque e' me ne resta dua. Nun lo vedete ch'i' son poero più di voi? Dice il vecchino: - Ma i' ho degli anni [