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4] fu ora, se ne ritornò sotto 'l portico a pigliar la cavalla per menarla in sulla fiera, e trovò che in quel mentre gli aveva figliato un bel muletto; sicché, tutt'allegro il fattore, s'accosta per condurre via le du' bestie; ma deccoti a un tratto il contadino, che lo ferma e gli dice: - Padrone, signor fattore: la cavalla la meni pur via con seco, ma il muletto è mio. - Come vostro, - scrama il fattore; - se l'ha figliato la mi' cavalla? - Che cavalla! - berciò il contadino. - Qui 'gli è lo sbaglio; vo' fat'erro; il muletto l'ha figliato il carro. Insomma, nascette una lite buscherona, che nun rifiniva mai, sicché tutti e dua i leticatori se n'andiedano davanti al Re, perché lui decidessi; e il Re, sentute le ragioni delle parti, sentenziò che il muletto e' l'aveva figliato il carro e che però gli era del contadino. Figuratevi la disperazione del fattore, ché gli pareva dimolto ingiusta la sentenzia del Re! E dappertutta la città lui si lamentava di questa sentenzia, e tutti lo compativano e gli dicevano: - Eh! quando la Regina deva anco lei il su' parere, di questi simili sbagli nun ne succedevano davvero. Dice il fattore: - Che nun gli si pole parlar punto alla Regina? Arrisponde uno: - Che! 'gli è quasi impossibile. E poi, che vole? Lei nun sentenzia più, perché il Re l'ha proibita. Dice il fattore: - Se mi rinuscissi però, i' gli vorrei almanco parlare. E s'incammina in verso il palazzo reale. Arrivo che fu il fattore al palazzo reale, s'accosta a un cammerieri e gli domanda: - Galantomo, che si potrebb'egli parlar du' parole alla Regina? Arrisponde il cammerieri: - Che! 'gli è difficile, perché il Re l'ha proibita di dar sentenzie. In ugni mo', i' mi posso anco provare a fargli motto, e sentire se lei vole ricevervi. E difatto sale su al quartieri della Regina, e gli dice che c'è un omo che gli vole parlare. Fa la Regina: - Vienga pure, i' l'ascolterò. Dunque il fattore monta le scale e lo menano in nella stanza della Regina, e doppo gl'inchini e le reverenzie, lui gli racconta la brutta sentenzia del Re e gli addomanda se c'è un rimedio. Dice la Regina: - Sentite, i' nun posso metterci bocca, perché il Re m'ha proibito gli affari dello Stato. Ma un consiglio, purché vo' nun dite d'addove viene, ve lo posso anco [125]