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Giornate d’un maraviglioso settembre, al “Soldo„. Verde conca di frescura, erbe e fiori di Pratobello, salenti fino alle ginocchia. Orto selvaggio, vegliato dal cipresso nero a duplice vetta. Odor zuccherino di uve, canti di vendemmiatrici, campane dei vespri festivi, che riempivano i cieli della loro grave dolcezza. E il lauro gigante a ombra della fontana, sui rami del quale i nostri tre gaudiosi adolescenti raccontavano al sole ed alle nuvole storie di tutti i Poeti, dall’Odissea all’Anticlo dei Poemi Conviviali, rubandosi a gara fra un verso e l’altro succosissimi fichi sanguigni còlti poco prima nel frutteto; e Fiammetta nimbata d’oro, vestita di verde, gioia