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una volontaria 233


bile impressione di dubbio, di vergogna, di scoramento.

Non si riaprirono nemmeno, quegli occhi d’intatta innocenza e di consapevolezza millenaria, quando Benedetta Crimi entrò timidamente, con un suo lavoro fra le mani, per mostrarlo a donna Marcella: una tovaglietta di grossa tela bianca ricamata a grappoli di ciliege rosse: rosse come una risata vibrante, rosse (ma Benedetta Crimi non lo sapeva) come la bocca di Marta Nelli, detta Carmen.

Si arrestò sulla soglia, impacciata, col suo buon faccione camuso sparso d’efelidi, col suo goffo corpo di fanciullona quattordicenne già violato dalla maternità. Poi si volse, fra l’uscio socchiuso e lo stipite, alla compagna che l’aspettava nel corridoio; e con un dito sulle labbra bisbigliò pianissimo:

— Silenzio. La signora dorme.