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Dal profondo 283



Nè mi chiedete il nome mio: sui ciottoli
della strada mi cadde, ed a raccoglierlo
          io non mi volsi: il nome io l’ho nel viso,
          32e nell’ardor del mio selvaggio riso.

Camminerò con voi, presa nell’impeto
della corrente rapinosa, in gaudio:
          canterò per la vostra anima oscura
          36il ditirambo della forza pura.

E se materia sull’artier si vendica,
canterò che la morte è necessaria:
          l’opera all’uomo e l’uomo all’opra sia
          40come l’anima al corpo. — E così sia. —

Basti alla nostra sete un sorso d’acqua,
ed alla fame un pane, e al sangue un palpito
          di giovinezza; e dai possenti amori
          44balzino razze di dominatori.