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228 | Sangue |
o ti rapprenda in grumi all’orifizio
delle piaghe nascoste, che il silenzio
benda di spine, abbevera d’assenzio,
inacerba qual corda di supplizio:
o splenda e arda, animator fecondo,
nelle vene di chi per vincer nacque:
o, col flusso instancabile dell’acque
oceaniche, gonfî il cuor del mondo:
tutto per me ti addensi, meraviglia
di vita, di beltà, di passïone,
in questa che fiorì sul mio balcone
in un’alba d’amor, rosa vermiglia.