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Sangue | 227 |
Sangue ch’io vedo — se i grand’occhi neri
socchiudo in languidezza di desio —
scorrer per vene e muscoli nel mio
corpo, dal capo eretto ai piè leggeri:
sangue ch’io sento insorgere al cervello,
fumida vampa, ed affluirmi al cuore:
so la tua forza, gusto il tuo sapore,
da te ogni giorno ho un fremito novello.
E sia tu d’altri, e grondi in mischia, o sgorghi
nerastro da ferita volontaria,
o, decomposto, il sol, la terra, l’aria
ti rïassorban ne’ lor vasti gorghi: