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186 Una giovinezza del secolo XIX


non si può dire ad una donna che è bella, la si conforta chiamandola simpatica".

Quale scuola di perfezione avrei avuto, se mi fosse stato possibile di vivere sempre insieme a mio padre! Tutto invece concorreva a dividerci; il sistema della famiglia, le sue e le mie occupazioni, i suoi e i miei dolori non consentirono mai l’intimità dell’abbandono. Forse, è un dubbio che mi venne qualche volta, che sta ora mutandosi in certezza, sentiva anche lui l’ostacolo che, alla libera espansione dei nostri sentimenti, poneva la presenza delle due sorelle. Forse era anch’egli un timido come me e sarebbe bastato che uno di noi due non lo fosse, per rompere la barriera, per cadere nelle braccia l’uno dell’altro. Se quella sera in cui venne, tacito e lieve, ad appoggiare la sua fronte sulla mia spalla avesse detto: — Sono infelice! — Se lo avessi detto io a lui?...

Ma le due donne esuli dalla dolce casa, esse che avevano abbandonato tutto per lui, per noi, che ci davano il loro rustico, ma sincero cuore, la loro opera maldestra, ma così generosa, così disinteressata, non potevano venire anch’esse colle loro mani vuote dei beni che ci avevano sacrificati, coi loro occhi che solo alla notte conoscevano il pianto a