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XXIX.

La sera di quel medesimo giorno Giulia s’era composta sul volto un’espressione grave e malinconica che armonizzando co’ suoi recenti dolori palliava quello che vi poteva essere di agitato ne’ suoi sguardi.

Abbracciò teneramente la signora Chiara, quasi per compensarla della bruscheria del mattino ed a Pompeo, che stava ritto accanto al franklin, fece un saluto pieno di modestia e d’imbarazzo.

— Abbiamo molti affari questa sera! — disse scherzosamente l’avvocato — due lettere, alcune vecchie note sulle quali ho bisogno degli schiarimenti e poi ho steso la minuta degli oggetti destinati alla vendita e converrà ch’ella si sobbarchi a ripassarla. Si sente in vena?

— Oggi o domani è lo stesso, poichè è da farsi....

— Devo portar qui tutte le carte?