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Tra i libri di genere eletto — i libri che non si sfogliano distrattamente, abbandonandoli poi con indifferenza, senza avere sentito nello scorrerli nessun palpito, ma si leggono invece da cima a fondo col rimpianto di trovarli troppo brevi — va annoverato un libriccino testé pubblicato dai solerti editori Chiesa e Guindani: Il libro di mio figlio, di Neera.

Il titolo lo potrebbe far credere puramente didattico; invece è una raccolta di massime e di considerazioni le quali, dirette ad un giovinetto, tornano di lettura gradita anche e forse specialmente alle persone serie che desiderano di trovare nei libri quello che vi si incontra oggi così di rado: cuore e pensiero.

(La Tribuna).

Nel leggere il Libro di mio figlio ho provato la stessa impressione che molti anni fa provai alla ripetuta lettura delle due opere più utili di Samuele Smiles, ed ho pensato che così il primo come le seconde, possono essere di grande giovamento ai nostri giovanetti se si penserà a diffonderle largamente e sempre insieme nelle scuole e nelle famiglie. Dopo la meravigliosa accoglienza che ebbe in Inghilterra il Sely-help dello Smiles, molte opere dello stesso genere apparvero in Italia e alcune furono adottate come libro di lettura. Neera completa col Libro di mio figlio il compito di questi lavori. Ella mira allo stesso scopo, quello di spronare i giovani a formarsi un carattere, ma