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all’attacco. L’inerzia, la grande colpa di Senio, gli veniva solleticata in tutti i modi da quella donna che sapeva prevenire ogni suo desiderio e non imporgli nessuno dei propri. Egli, che aveva disperatamente difesa la sua libertà morale, si lasciava prendere dal lato della materia; egli che aveva spezzato le catene della passione cadeva in quelle dell’abitudine; egli che aveva rinnegata l’alta idealità femminile, subiva l’attrazione incosciente del sesso.

Certe ore, quando la ferita non lo faceva soffrire troppo, Senio che dalla immobilità del suo letto contemplava i movimenti di Ernesta su e giù per la camera, oppure la sua testa dal profilo seducente china sul lavoro, non poteva esimersi dal ricordare in quali circostanze egli l’avesse conosciuta; e nel fermento della salute che ritornava, nel tepore ozioso di quelle quattro mura dove vivevano rinchiusi insieme, acuti desideri gli si ridestavano nel sangue.

A volte, invece, era la noia che lo dominava,