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è colpito da questa nuova disgrazia, che si aggrava sull’ottimo dottor Mordini e fa voti perchè la sua innocenza possa venire al più presto riconosciuta.»

Alcune circostanze si presentavano fatali per Stefano, fra le quali primissima quella di non avere egli saputo dare la spiegazione della morte repentina. Dopo la perizia medica fatta sul cadavere non vi erano più dubbi sull’avvelenamento, ma chi accusarne? Il fratello negava recisamente il suicidio. Se c’era stato sbaglio, il colpevole non appariva ancora. Per quanto l’innocenza di Stefano fosse nella coscienza di tutti, egli dovette comparire sul banco degli accusati.

Senio, accorso subito, lo trovò calmo e sicuro come sempre; come nove anni prima nella sciagura originaria che doveva dar luogo a questa.

Da qualche anno i due amici non si vedevano più, ma appena le loro mani si furono