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genialità intellettuale; voi non valete nulla siete tutte bambole, gingilli, zeri. Vorrei nominare qualcuna, ma esse sono milioni. Insieme alle lagrime di S. Monica scorrono fiumi di lagrime materne; fiumi di sangue femminile scorrono insieme al sangue di Giovanna d’Arco; e il senno che Cristina e Maria Teresa ebbero in trono, milioni di donne lo ebbero nel reggimento della famìglia e dei negozi. Se le madri di Lamartine e di Goethe, se le mogli di Carlyle, di Michelet, di Gonfalonieri, di Garibaldi ebbero una pubblica esplicazione dei loro meriti, quante e quante virtuose, intelligenti, forti, attive, energiche, seminarono nell’ombra i loro tesori di mente e di cuore; ma allora non c’era il femminismo e si tira una riga alla storia.

È adesso che si incomincia a capire quali bambole fossero le donne del Testamento e di Roma pagana, fino alle prime martiri del Cristanesimo e alle monache del Medio Evo e, diciamo pure, alle Cortigiane poe-