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68 il convegno dei sette peccati


e parve che una fiamma l'avvampasse. Ma non era che una personcina vestita di rosso, agitata e sbuffante, coi capelli in disordine e gli occhi di bragia.

— Come! — esclamò, — non è ancora riunito il Consiglio? Non sono tutte pronte le sorelle? Dovrò io aspettare a lungo? Superbia si prende forse giuoco di noi?

— Calmati sorella Ira. Non sono giunte tutte ancora, è vero, e Superbia sta a dare l'ultima mano alla sua toeletta. Ma c'è tempo.

— Io non ho mai tempo. Io ardo, brucio, investo, distruggo. L'ozio e la calma mi sono insopportabili. Io l'ho anche con te, Lussuria, che stai a poltrire fra i tuoi profumi invece di correre per il mondo in cerca di lotta. Vuoi che ci battiamo noi due intanto che si aspetta?

— Mille grazie, — rispose Lussuria accarezzando la testa di un serpentello d'oro che le formava cintura — ; ben altre sono le mie battaglie.

— Sorelle, per carità, — mormorò una voce chioccia dietro la portiera, — chi di voi mi può prestare qualche lira per pagare il nolo della carrozza? Sono stata sorpresa dalla pioggia in mezzo alla via ed io non ho mai denaro con me, lo sapete, sono povera.