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neva vivo in essi ad onta della scapigliatura il sentimento della patria. La canzone pubblicata sulla creduta morte di Silvio Pellico ognuno la sapeva a memoria:

Luna, romito, aereo
Tranquillo astro d'argento....

La rivoluzione del quarantotto trovò Napoleone sulle barricate. Ei visse intera l'ebbrezza dei milanesi dal 22 marzo al 4 agosto; conobbe tutti i capi, fu in mezzo a tutte le mischie, inalberò il maggior numero di coccarde tricolori, fino a disporre sulla banchina di una ortolana in Verziere un cesto di insalata, uno di rape e uno di pomodori allineati come il drappo di una bandiera. Per suo conto portava fieramente sulla camicia bianca una cravatta del rosso più sgargiante e un cappello verde in testa, verde come un prato.

Negli anni che seguirono il ritorno degli austriaci, ringuainati i bellici ardori, Napoleone dovette accontentarsi di mandare tratto tratto qualche anonima poesia al Vesta Verde e riprese moglie.

Questo secondo matrimonio benedetto dalla grazia di sette figliuoli segnò un periodo di calma; ma quando venne il cinquantanove, benchè il mezzo secolo battesse alle porte del nostro eroe (stile dell'epoca), egli si sentì ri-