Pagina:Neera - L'indomani.djvu/163


— 152 —


cilmente, dove, sotto l’epidermide fina, si sentivano trasalire i muscoli.

Vestiva un abito di una mezza tinta, che ricordava un po’ la peluria delle tortore, un po’ quel pulviscolo dorato che copre gli alberi in autunno; e terminava ad ogni lembo, al giro del collo, all’apertura delle maniche, con una striscia di pallido rosa.

La signora Oriani si trova in uno de’ suoi giorni belli — pensò il dottorone, dopo aver dato una occhiata ingiro e fermatala con compiacenza sul volto di Marta, che gli sedeva proprio dirimpetto. — Non è certamente una bella donna, ma è di quelle che hanno la possibilità di diventarlo a un dato momento; è la donna che si trasforma, la donna per eccellenza.

Marta si accorgeva forse dell’effetto prodotto, perchè un raggio più vivo brillò ne’ suoi occhi, che rivolse ad Alberto, come per metterlo a parte del suo trionfo e fargliene omaggio.


Sedevano al pranzo di nozze dato da Toniolo