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po’ di compatimento, caro Roberto, è una ragazzetta!

Il cieco amore materno traboccava da ogni espressione. Ella amava questa sua bella fantastica, questa seconda ed ultima figlia, non più dell’altra, ma certamente con una dose maggiore di indulgenza; con una specie di civetteria retrospettiva che la faceva rivivere in quel vispo demonietto.

— Spero che sarò abbastanza fortunato per poter distruggere le cattive prevenzioni della signorina Eleonora. L’ho forse spaventata mentre era sull’altalena?

— No, no — si affrettò a soggiungere Elisa — mia sorella è tanto nervosa che non può mai dar ragione de’ suoi capricci. Il medico dice che è un isterismo precoce; lei non ne ha colpa.

Ho capito. Erano tutti infatuati della piccola zingara. Il caso d’altronde non mi riusciva nuovo; solo mi rallegrai che le due sorelle non si somigliassero punto punto.

Come passasse poi il resto del giorno, non saprei dire veramente. L’ora del pranzo mi giunse inaspettata; la campana della villa echeggiando in squilli prolungati sotto i melagrani mi riduceva a un solo pensiero: Ricordati, fratello, che devi partire.