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la contessa di genlis 251

sarebbe confusa colla pleiade incipriata di donnine che noi guardiamo ancora con un certo piacere sui paraventi di stile Luigi XV. Ma invece ha un nome non ancora dimenticato, si parla di lei alle giovinette, che ne ricevono una buona impressione e che raccolgono nel santuario pudico e recondito delle loro preferenze. Si fa conoscere ad esse madama di Genlis come una buona signora che si occupò di pedagogia, tacendone le marachelle e allargando sempre più il guasto della nostra educazione femminile, tutta appoggiata sul falso e sul convenzionale.

Si ha paura delle grandi colpe, degli errori commessi per un eccesso di forza, e si teme che il loro esempio riesca pernicioso, senza pensale che non è grande colpevole chi vuole. Poche donne potrebbero essere lady Macbeth o Lucrezia Borgia, mentre tutte le nostre borghesucce soppannate di maestrina farebbero quello che ha fatto madama di Genlis.

Uno scrittore arguto e fino, Barbey d’Aurevilly,