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Frenarsi sempre, eludere gli sguardi, misurare i gesti, trovarsi di nascosto, e di nascosto scambiare con due o tre parole i tormenti delle intiere giornate, questa era la sua vita e la vita di Emanuele. Era giunta senza avvedersene, per un pendío fatale, ad uno di quei volgari intrighi che aveva tanto disprezzati.

Invano ella ripeteva a sè stessa che dopo dieci anni di lotta e di resistenza, un amore come il suo acquista il diritto di affrancarsi. Non era meno vero che, un amore come il suo, doveva scendere alle menzogne degli amori delle altre; la Guidobelli, la Bonamore, Ninna Menni. Che valore aveva dunque la nobiltà del principio, quando il fine doveva essere eguale?

Questi erano i rimproveri della voce ignota che parlava in lei; ma la passione parlava più forte e Maria invece di evitare le occasioni si accontentava di nasconderle.

L’improvviso odio per Sofia, che alla bontà innata del suo cuore doveva ripugnare come la