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Nelle penombre, poste in rilievo dalla luce, apparivano pelurie di nido, tremolìi indistinti come di vita intima e raccolta; e sospesi sui rami lunghi fili d’argento, quasi cortine d’alcova, e sotto le foglie cento rumori bizzarri d’essersi nascosti attendenti a misteriose cose — un brulichío sommesso, un mormorío dolce, come di preghiera, come di aneliti repressi, come di canzoni mormorate bocca su bocca.

Maria non riconosceva più il paesaggio del mattino. Tutto era cambiato in quel volgere d’ore. Una forza segreta aveva rialzato le gemme degli alberi rivelandone la maturità, turgida, tra le esalazioni vitali del bocciuolo che si apriva. Il terreno, che la rugiada non velava più, sembrava sollevarsi in alcuni punti con degli aneliti di seno materno; i colori si accendevano al sole, le forme prendevano linee spiccate; i profumi si facevano più intensi. Un tepore quasi umano correva per l’aria. Tutte quelle foglie, quei rami, quei fiori avevano un palpito; il segreto della