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vegliai molte ore alla sua culla. La nutrice, intanto, dormiva. Io sola lo avevo in custodia e guardando quel visino fatto pallido dalla febbre, quel corpicciuolo dimagrato, un pensiero atroce mi attraversò la mente. Mi figurai che fosse morto. Morto, mio Dio!...
Sofia, volubile, si abbandonava adesso colle sue smanie solite ai trasporti dell’amor materno; e, sincera sempre, null’altro sentiva in quel momento che una ineffabile tenerezza.
— Oh! se morisse davvero.... Io non sono molto pia, no, credo poco.... Non so precisamente quello che credo: ma allora mi rivolsi al Dio delle madri. Egli deve esistere, e gli chiesi a qualunque costo la vita del mio bambino.
Piangeva.
— Egli te l’ha concessa — disse Maria.
— Sì.
— E — le prese la mano con dolcezza somma, guardandola negli occhi — non ti chiese a sua volta il patto?