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Vedeva passare da lontano l’amore, la gioia, le espressioni dell’intelligenza, le conquiste del sapere, e il suo movimento di slancio somigliava ad una benedizione. Poichè esultano nel mondo la gioventù e la bellezza, poichè i fiori profumano nei giardini dei felici, poichè vi sono pupille piene di luce e labbra che sorridono, mani che si stringono, cuori che si intendono, la vita è bella. Bella anche se qualcuno solitario nell’ombra non riesce a stringere nel proprio pugno una materiale conquista, anche se molte lagrime scorrono inavvertite. Vi è tal sogno che supera in bellezza qualsiasi realtà.

Confuse assai queste idee di Minna, più intuizioni che idee, fiori dell’anima che nessuna benefica cultura aveva ancora districato dalla larva germinale, ma che ricchi di una linfa nutriente gonfiavano in silenzio le loro gemme.

E ancora in quel tramonto caldo di luglio, come l’anno prima, come tutti gli anni rimastili nella memoria, Minna dal suo balcone scorgeva nella casa prossima alla sua bambine allegre saltellanti intorno alle gonne