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sfondo del cielo primaverile la sua figura si disegnava con delicato rilievo mentre i suoi occhi fissavano nell’orizzonte un punto lontano. Una pienezza di vita, un senso quasi traboccante della missione che ancora la aspettava sulla terra le faceva gonfio il seno di un palpito in cui tutte le sue aspirazioni si raccoglievano come in un supremo acquietamento.

— Mamma, — chiese a un tratto il bambino — non vedrò più papà?

— Verremo qui a trovarlo sempre, — rispose Minna.

— Ma papà non verrà più a casa nostra?

— Non può venire, — disse ancora Minna con malinconica dolcezza. Il bimbo dopo avere riflettuto un istante insistette:

— E un altro papà non c’è?

L’osservazione ingenua e inaspettata fece salire una vampa di rossore alle guancie di Stello; i suoi occhi della trasparenza d’acqua pura misero a nudo con tanta prontezza lo stato del suo cuore e l’ardita speranza che vi folleggiava da obbligare Minna a cogliere il momento per strappare anche quella gen-