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— Vi sono altri collegi.

— Uno solo accoglierebbe Filippo, quello di Daisini. Capirà che non se ne può neppure parlare.

Un movimento del bambino attrasse tutta l’attenzione di Minna. Anche Stello ricondotto allo scopo della sua visita si curvò sul guanciale del piccolo ammalato.

— Mi pare che la febbre ritorni — mormorò Minna improvvisamente.

Andò a prendere il termometro e lo pose sotto il braccio del figliuoletto che si prestava docilmente a tutte le cure, immobilizzato dalla stessa debolezza, abbandonandosi colla fiducia intera che solo le madri sanno ispirare.

Durante l’attesa silenziosa e grave Stello girò lo sguardo intorno. Non era mai entrato in quella camera, non vi sarebbe entrato mai senza la malattia del fanciullo. Era la camera di Minna. Pensò: “È la sua camera„, e subito l’occhio la percorse con uno sguardo che sembrava accarezzarla, sorvolando con timido ed appassionato pudore il letto che si allungava accanto al lettuccio