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— Meno grave, nevvero? — chiede ella al dottore.

I1 dottore si stringe nelle spalle:

— Lascia maggior tempo alla cura, ma il pericolo è uguale e il contagio anche.

Minna torna a guardare Filippo con insistenza, col bisogno crudele di sapere che cosa si agita sotto quel livido pallore che gli sbianca il volto quando è fortemente commosso. E forse l’amor paterno che si ridesta, od è....

Ella non ardisce formulare con una parola precisa l’odioso sospetto. Prende una mano del bambino, la bacia e porgendola al marito, dice:

— Senti come arde.

Minna, il dottore, il bambino guardano Filippo. L’istante è angoscioso.

Negli occhi di Filippo passa una fiamma tragica che momentaneamente lo deforma, ma subito ricomponendosi finge di non aver inteso l’invito e rigido, severo, autorevole, pronuncia, avviandosi verso l’uscio:

— Meglio lasciarlo tranquillo.

— Anche vile! — mormora Minna.