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vando il volto di Minna che si era coperto di una vampa ardente.

— Ma non vuol dir nulla — soggiunse l’Agrati. — Vi è forse qualcuno che prenda sul serio quella cabotine?

La parola giunse nuova all’orecchio di Minna; ella guardò Stello in attitudine interrogativa.

— Zitto, — fece lui.

Cònsolo attraversava la sala dando ancora il braccio alla donna vestita di verde ed erano con loro tre o quattro uomini che la sguaiata traeva dietro alla sua parlantina inesauribile, vertiginosa, istrionesca, provocando l’uno, motteggiando l’altro, colla impertinenza temeraria di un monello che quando è al sicuro dagli scapaccioni si permette tutto.

— Pare impossibile, — disse Stello appena si furono allontanati, rispondendo ad una osservazione che aveva fatta dentro di sè, ma che non era difficile indovinare.

— La conosce? — chiese Minna.

— Solo di vista.

— È già una grossa disgrazia per i tuoi occhi — soggiunse l’Agrati.