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vie semibuie, senza curarsi più di nulla, senza guardare i rari fantasmi che passavano come lui silenziosi e sconosciuti nella notte altissima, sotto una volta stellata oscillante con ondeggiamenti di veli; finchè si ritrovò solo, assolutamente solo, dinanzi alla mole del Duomo sorta di un subito allo svolto di una via; così tutta alta, candida e pura sulla città dormente da fargli oltrepassare l’impressione, pur così viva, di bellezza tangibile che da essa veniva per assurgere alla visione di una reggia iperbolica dove ogni sogno di grandezza e di gloria sembrava trovare l’espressione adeguata al proprio ideale.

Terra, cemento, pietre ed umili forze piegate alla volontà superiore e forze grandi piegate anch’esse alla necessità, non era questo l’insegnamento dei secoli? E può, chi cerca la vittoria definitiva, arrestarsi a meschine considerazioni, fossero pur mille, o non piuttosto immolarle tutte a quella sola verso cui tende la sua ambizione?

Si era fermato sotto la statua del gran Re, appoggiandosi un istante al cancelletto di ferro che la circonda; ma insofferente di