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un giorno di nozze 37


come uno destato improvvisamente da un sogno.

— È un’usanza del nostro paese... i confetti, sa; dovrebbe darglieli la sposa, ma la mia Tina non la conosce e se permette... scusi la libertà... in memoria dei benefici ricevuti.

Le dita pallide del ragioniere si alzarono a tergere alcune stille di sudore apparse alla radice dei capelli e veramente singolari in quella stagione.

— Grazie... ti sei voluto disturbare... non occorreva. Grazie.

— Mio dovere.

— No, no, che dovere! se abbiamo fatto qualche cosa una volta...

— Tanto, tanto hanno fatto, lei e la sua famiglia