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socialismo sport 113


alla corsa! Essi, portando dei pesi, resistevano meno di noi. E poi erano bugiardi, erano vili, e noi no! Fisicamente e moralmente la loro inferiorità era manifesta. Che educazione, che progresso, che fisime! Frusta ci vuole.

A questo punto guardai Cesare, il domestico che serviva a tavola. Era di Pistoia; un buon ragazzo ed un bel giovane. Pallido, flemmatico, indolente, non si alterava mai per nulla. Questa volta però io non mi sarei meravigliata se avesse rovesciato di botto la zuppiera in grembo alla contessa. Non ne fece nulla. Divenne un poco più pallido e un’ombra cupa oscurò i suoi occhi.

Si può essere più imbecilli! pensavo io tornando a